Cuoro, inciampi per sentimenti altissimi di e con Gioia Salvatori
Che cos’è l’amore? Sdraiata su un divano al centro di un giardino immaginario, Gioia Salvatori tenta di rispondere a questa domanda con la sua comicità irriverente. Passa in rassegna i propri rovelli interiori, storie d’amore con i loro inevitabili disfacimenti, cinismi disincantati e sentimentalismi, e per ogni conclusione che trova, prova una nuova fuga.
Cuoro è un esperimento di satira di costume e altri nervosismi, tentando di combattere la poco agevole condizione dello stare al mondo. Cuoro è l’alternativa sexy alla pulsione di morte!
Di e con Gioia Salvatori
Lo spettacolo si apre con un aperitivo.
PREZZO: €14 intero/€10 ridotto*
NB: In caso di maltempo lo spettacolo si terrà alla Casa della Musica (Via dei Capitelli, 3).
IL PROGETTO
Cuoro nasce nel 2012 da un blog e dal tentativo di raccontare un punto di vista sul mondo mettendo in luce attraverso i toni della satira di costume alcune riflessioni sconnesse, nevrosi e paradossi della quotidianità che costellano le vite di ognuno avvitandole tragicomicamente su se stesse. Il progetto del format Cuoro, continua dalla sua nascita a dialogare col web e con le piattaforme social in cui vengono sviluppati contenuti pensati ad hoc ed elaborati per la comunità di persone che segue l’evolversi del progetto sia on line, che poi come pubblico a teatro.
LO SPETTACOLO
Nel corso degli anni Cuoro è diventato uno spettacolo di cui esistono diverse versioni declinate a seconda dei temi affrontati: una versione che ragiona intorno al mondo femminile, una sul Natale e questa che parla d’amore, il tutto nel tentativo di costruire un liguaggio comico personale e un teatro che dialoghi con la tradizione della comicità ma anche con le nuove forme espressive della comicità stessa, come ad esempio la stand up.
Cuoro
Inciampi per sentimenti altissimi
” Piacer d’amor piú di un di’ sol non dura, martir d’amor, tutta la vita dura” è con questo spirito che lo spettacolo approccia e ragiona intorno ai meccanismi del sentimento d’ amore e ai suoi disastri: miti antichi, disagi contemporanei, liriche accorate e somatizzazioni sempre più complesse, provando a rispondere alla domanda:
Che cos’è l’amore?
Sdraiata su un divano, al centro di un giardino immaginario, la protagonista passa in rassegna se stessa e i propri rovelli interiori, indaga i desideri, rinarra storie d’ amore e i loro inevitabili disfacimenti, attraversa i discorsi sul sentimentalismo e il pop che di essi si pasce abbondantemente, esplora canzonette, lamentazioni e modelli femminili disgraziatissimi, compone, fa e disfa le sue considerazioni e per ogni conclusione che trova, prova una nuova fuga.
Il risultato è un girotondo che è anche un po’ una festa, un tentativo di vivere, di condurre a casa se stessi, le proprie imperfezioni e quelle dell’ altro, le incongruenze ma anche l’ umanitá che ne consegue.
E provare a riderne.
Che è cosa da vivi.
LA STAMPA
[…] Già, la terminologia è importante, perché Gioia Salvatori non si limita a raccontare con iperboli divertentissime quanto sia assurda una cena in famiglia, lo stress che produce il cercare di fare arte e vivere in un mondo ossessionato dai soldi, le fisime per il benessere fisico e mentale che nascondono disagio e frustrazione. Gioia Salvatori, per dire tutto questo, si inventa una lingua. Una lingua tutta sua, fatta di alto e basso, di slogan televisivi e dozzinali titolazioni di giornale condite con riferimenti alla cultura latina, alla storia dell’arte, a quella del teatro. […] per quanti voli pindarici si possa compiere, seguendo i ragionamenti strampalati di Gioia, alla fine si torna sempre lì, al desiderio d’amore, al sentirsi accettati e compresi da qualcuno che ci vuole bene.
Ovviamente, anche questa, è una chimera, una fatica di Sisifo che si rovescia in rovina. “Se le relazioni non le sappiamo fare, stiamocene nelle case nostre a guardare le serie tv”, sentenzia, e c’è da credere che in ognuna delle iperboli proposte da Gioia il pubblico si riconosca, ed è per questo che ride. San Valentino, perciò, non può non essere uno degli obiettivi privilegiati di questa artista, che ha una potenza comica deflagrante e intelligente come solo Anna Marchesini ha saputo fare in tempi recenti. C’è tutto quel carico di energia e disincanto molto romano – le sporcature dilettali sono le benvenute nella neolingua di Gioia Salvatori – c’è il fatalismo di chi sa che è quasi inutile reagire alle storture di questa contemporaneità disperata, ma anche la rabbia comica, lo “sbrocco” angustiato del “lasciateme perde”. Chi ha amato quell’apocalisse di ironia, comicità e intelligenza che era il teatro della Marchesini non può non intravederne una traccia fortissima, innovata e ripensata al presente, sui palcoscenici quando fa il suo ingresso Gioia Salvatori e il suo carico di buffissime maschere afflitte.
Graziano Graziani ( Minima&Moralia)
[…]Il grande merito di Cuoro sta nella sua svagatezza, in quell’assoluta mancanza di pretenziosità che lo rende involontariamente rappresentativo di una generazione abbandonata nonché rapidamente scansata dai più tecnologici e competitivi “Millennials”. […]Gioia Salvatori parla a un pubblico di coetanei, ne irride le debolezze identitarie e ne recupera al tempo stesso l’immaginario collettivo: il suo inventario comico, apparentemente casuale, è ricco di una cultura alternativa dissimulata che filtra acutamente le tendenze più becere e pop- occidentali degli ultimi anni senza mai scadere però nella trivialità (non una sola parolaccia). […] Giulio Sonno […]
Dunque una riflessione consapevole sugli stati generali dell’attualità analizzando le relazioni umane, come il rapporto di dipendenza alle mode o alla televisione […] creando atmosfere surreali senza pedanteria. Ci si allontana dallo spettacolo con rinnovata leggerezza, la nostra situazione pur nella crisi fa ridere, e per chi la vive ogni giorno è un conforto. Perciò grazie, grazie di Cuoro.
Alfredo Agostini
Gallery “La Repubblica”
http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/02/19/foto/dal_blog_al_teatro_va_in_scena_cuoro-107701466/1/#1
GIOIA SALVATORI
attrice e autrice. Si forma come attrice presso il Centro Teatro Ateneo dell’Università di Roma “La Sapienza” dove studia Commedia dell’Arte con Claudio De Maglio, Carlo Boso, Claudia Contin. Studia e lavora nel periodo successivo con Jean Paul Denizon e Bruce Myers.Michela Lucenti/ Balletto Civile, Gigi Dall’Aglio, Viktor Bodó.Lavora come attrice tra gli altri con E. Germano, L. Calamaro, Compagnia Capotrave/ Kilowatt, Giuliano Scarpinato Collabora come drammaturga con Giuliano Scarpinato agli spettacoli ”Alan e il mare” e ”Se non sporca il mio pavimento” e ”A+A storia di una prima volta”. Scrive e conduce insieme a I. Talarico, D. Parisi, C. Raimo il programma ‘Le ripetizioni” in onda da novembre 2021 su Radiorai3.